ABA è l’acronimo di Applied Behavioral Analysis, che, tradotto in maniera letterale, significa “analisi applicata del comportamento”. L’ABA è stata messa a punto nel 1987 da Lovaas con i suoi collaboratori presso l’Università della California a Los Angeles.
L’ABA costituisce l’applicazione sistematica dei principi comportamentali individuati dalla scienza che studia il comportamento e le leggi che lo regolano; si propone come una tecnica pratica per la progettazione, messa in atto e valutazione di programmi di intervento. Tale pratica è fondata sull’osservazione e la registrazione del comportamento che forniscono la base di partenza per la progettazione ed attuazione di interventi per il cambiamento di comportamenti inadeguati e l’apprendimento di nuove abilità (Twyman & Heward, 2018).
All’interno dell’approccio dell’ABA vi sono i principi e le tecniche comportamentali (come il rinforzo, lo shaping, il chaining, il fading, ecc.) che possono essere utilizzati sia per incrementare o per ridurre determinati comportamenti, ma anche per sviluppare e consolidare nuovi apprendimenti.
Ogni comportamento viene suddiviso in singoli compiti da apprendere in forma sequenziale A-B-C (Antecedent, Behavior, Consequence). Si agevola, così, l’acquisizione di singole competenze, la possibilità di definire le singole tappe in forma “propedeutica” o gerarchica e di monitorare costantemente i miglioramenti, eventualmente intervenendo sulle criticità (Greer & Ross, 2007).
L’ABA è stata utilizzata per molti decenni ed è ancora oggi utilizzata nel trattamento di malattie mentali, nelle disabilità dello sviluppo e nelle difficoltà di apprendimento (Jacobson, 2000); essa mira ad allenare le persone con disturbi del neuro sviluppo in sei modi: aumentando il comportamento adattivo, insegnando nuove abilità, mantenendo il comportamento, generalizzando il comportamento da una situazione all’altra, limitando le condizioni in cui si verifica il comportamento interferente e riducendo il comportamento disadattivo (Mesibov & Shea, 2011).
Le aree di applicazione dell’approccio comportamentale sono svariate: i principi e strategie comportamentali vengono utilizzate sia nell’educazione e gestione di bambini con sviluppo tipico, sia nell’intervento con bambini e adulti con gravi turbe comportamentali, sia infine in ambito di terapia clinica che di psicologia del lavoro, ecc.
L’ABA ha dimostrato, in patologie quali autismo e disabilità intellettiva, di avere un impatto positivo significativo sul funzionamento educativo e cognitivo, sulla comunicazione di base, sui giochi, sull’interazione sociale, sulle abilità di vita quotidiana e di autogestione (Greer & Ross, 2007; Tiura, Kim, Detmers & Baldi, 2017).