Comportamento ed epilessia nella RTT in Spagna

Dott.ssa Mercedes Pineda, Servicios de Neuropediatria, Bioquimica y Endocrinologia, Hospital Sant Joan de Deu, Clinic, Barcelona, Spain

Studio effettuato presso l’Ospedale Sant Joan de Deu di Barcellona, su un campione di 40 pazienti di età compresa tra 19 mesi e 28 anni, con lo scopo di:

  • studiare la relazione tra fenotipo e genotipo (MECP2), con particolare riferimento al tipo di crisi epilettica, al pattern video-EEG e alla risposta ai farmaci antiepilettici;
  • trovare il farmaco antiepilettico più efficace (in monoterapia o in associazione);
  • studiare il fenomeno delle crisi “autoindotte” (la paziente è in grado di provocare crisi riflesse attraverso l’iperventilazione o la pressione ritmica delle mani), che è infrequente nei classici pazienti epilettici;
  • valutare l’influenza di un buon controllo dell’epilessia sulla qualità di vita.

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TIPI DI EPILESSIA

  • crisi generalizzate,
  • assenze,
  • spasmi,
  • crisi focali,
  • crisi riflesse,
  • stato confusionale,
  • stato di male epilettico in sonno.

EPILESSIA RIFLESSA

Si tratta di crisi provocate da stimoli precipitanti come stimoli visivi, reazioni di allarme, alimentazione e musica, acqua calda e altri stimoli somatosensitivi e propriocettivi.

Dall’analisi dei risultati ottenuti dal follow-up è emerso che le crisi sono state maggiormente eterogenee nel gruppo di pazienti in cui non è stata identificata la mutazione genica e nelle forme meno frequenti di mutazione.

La diagnosi genetica fornisce indicazioni sulla probabilità di comparsa di epilessia, sull’età d’esordio delle crisi, ma non sul tipo di crisi e sulla risposta al trattamento.

Nel campione seguito si è dimostrata una prevalenza di epilessia del 75%.

Nel 16% dei pazienti è stato evidenziato uno stato di male epilettico durante il follow-up.

Le forme più comuni osservate sono quelle generalizzate tonico-cloniche, mentre tra le forme focali hanno maggiore incidenza le forme toniche motorie.

I pattern video-EEG predominanti sono i parossismi multifocali, attivati in sonno.

TERAPIA ANTIEPILETTICA

La scelta dei farmaci antiepilettici dipende dal tipo di crisi e dalle alterazioni riscontrate alla registrazione video-EEG. Nella maggior parte dei casi sono utilizzati Valproato e Carbamazepina, farmaci con i quali sono stati ottenuti i migliori risultati, sia in mono- che in politerapia.

In 3 pazienti è stato possibile sospendere il trattamento antiepilettico, senza la ricomparsa di nuove crisi.

 

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CDKL5 NELLA VARIANTE ATIPICA DELLA SINDROME DI RETT CON EPILESSIA PRECOCE IN PAZIENTI SPAGNOLI

Nella forma classica della Sindrome di Rett si riscontrano mutazioni in MECP2 nell’80% dei casi, mentre nelle varianti tali mutazioni si osservano solo nel 20-40% dei pazienti.

CDKL5 è un gene situato sul cromosoma X (Xp22), che codifica per una proteina chinasi ciclina dipendente che modula l’espressione di MECP2 (con cui condivide vie metaboliche comuni di interregolazione e un fenotipo simile) ed è coinvolta nella maturazione e migrazione neuronale.

Presso l’Ospedale Sant Joan de Deu de Barcelona sono stati esaminati 383 pazienti con Sindrome di Rett e 5 pazienti di sesso maschile con encefalopatia epilettica farmacoresistente.

In 123 pazienti con Sindrome di Rett è stata esclusa la presenza di mutazioni a carico di MECP2.

28 di questi pazienti presentano epilessia:

  • 20 pazienti risultano affetti dalla forma classica di Sindrome di Rett;
  • 4 presentano epilessia precoce;
  • 2 presentano forma congenita;
  • 2 pazienti presentano forma a regressione tardiva.

Questi 28 pazienti e i 5 pazienti maschi con encefalopatia epilettica farmacoresistente sono stati sottoposti a studio genetico per la ricerca di mutazioni a carico del gene CDKL5.

Non sono state identificate mutazioni del gene nei 5 maschi affetti da encefalopatia epilettica farmacoresistente, mentre mutazioni di CDKL5 sono state identificate in 11 pazienti con forma atipica di Rett, nella variante con epilessia farmacoresistente.

 

TRIAL TERAPEUTICO PER I DISTURBI COMPORTAMENTALI NELLA SINDROME DI RETT

Sono stati studiati due farmaci, utilizzati nel tentativo di migliorare l’umore e il comportamento:

  • Venlafaxina (inibitore selettivo del reuptake della Serotonina);
  • Citalopram (inibitore selettivo del reuptake di Serotonina e Noradrenalina).

L’ipotesi su cui si basa la scelta di questi farmaci è che alterati livelli di catecolamine a livello cerebrale siano associati ad un’anomala funzione sinaptica, responsabile di cambiamenti dell’umore e del comportamento nelle pazienti affette da Sindrome di Rett.

I comportamenti possono essere quindi modificati con farmaci che aumentano le concentrazioni di Serotonina e Noradrenalina a livello sinaptico.

Lo studio è stato effettuato su bambine con problemi comportamentali significativi che, per intensità e frequenza, interferiscono con la qualità di vita loro e della famiglia e in bambine che presentano mutazione del gene MECP2.

La valutazione dell’efficacia dei farmaci somministrati è basata sulla valutazione clinica e sull’utilizzo di questionari sulla qualità di vita, associati ad esami specifici come EEG, ECG, esami ematici di routine, dosaggio vit. D e IGF-1.

Dopo l’avvio della terapia, ogni paziente è stata monitorata telefonicamente, ogni settimana nel primo mese, poi con scadenza mensile nei restanti 2 mesi.