Lo studio dal titolo “Correlazione tra gravità della distonia e accumulo di ferro nella Sindrome di Rett”, pubblicato dalla rivista Scientific Reports il 12 Gennaio 2021 degli autori Tz-Yun Jan, Lee-Chin Wong, Ming-Tao Yang, Chien-Feng Judith Huang, Chia-Jui Hsu, Steven Shinn-Forng Peng, Wen-Yih Isaac Tseng e Wang-Tso Lee, suggerisce che, nella sindrome di Rett, la distonia, o le contrazioni muscolari involontarie siano correlate ad un accumulo anomalo di ferro in alcune aree cerebrali.
Le problematiche motorie e dell’andatura, tipiche della sindrome di Rett, insorgono solitamente nelle bambine di età compresa tra 1 e 4 anni e si stabilizzano all’età di 10 anni (Temudo et al., 2007) ma per alcuni, il deterioramento può continuare nell’adolescenza e nell’età adulta, con debolezza e rigidità muscolare, tratti motori caratteristici della malattia di Parkinson, vale a dire bradicinesia e distonia (Smeets et al., 2003; Hagberg, 2005).
Nonostante la relazione tra la Sindrome di Rett e le caratteristiche tipiche Parkinsoniane non sia completamente chiara, in alcuni studi emerge che questi sintomi possono essere correlati ad una disfunzione del percorso nigrostriatale-dopaminergico e ad un input anomalo del MECP2 (Dunn et al., 2002; Su, Kao, Huang, & Liao, 2015). Altri studi che hanno preso in considerazione una vasta gamma di malattie neurodegenerative con accumulo di ferro cerebrale (NBIA), hanno dimostrato che soggetti con NBIA, mostrano circa tre volte la normale deposizione di ferro nel globus pallidus (GP) e nella substantia nigra (SN), ma quantità normali in altre aree cerebrali (Delgado, 2012; Hogarth, 2015);
ciò sta ad indicare che l’accumulo di ferro nei nuclei cerebrali profondi può associarsi a danni cellulari irreversibili, portando a distonia o caratteristiche parkinsoniane.
Tuttavia, non sono ancora chiari i cambiamenti legati all’età e all’accumulo di ferro nelle pazienti con Sindrome di Rett e se questi siano o meno correlati alle caratteristiche parkinsoniane e alla gravità della distonia.
I ricercatori di Taiwan hanno valutato 18 pazienti con Sindrome di Rett, con mutazione MECP2 (dai 4 a 28 anni, tutte femmine) e 26 soggetti sani di pari età che fungevano da controlli. Hanno utilizzato l’imaging pesato in suscettività magnetica (SWI) una tecnica di imaging a risonanza magnetica, che permette di esaltare il contrasto di sostanze con differente suscettività magnetica rispetto al background tissutale circostante per valutare l’accumulo di ferro in cinque aree cerebrali regolate dalla dopamina: la substantia nigra (SN), il globo pallido (GP), il nucleo caudato (CN), il putamen e il talamo.
I risultati hanno dimostrato che le dieci pazienti di età superiore ai 10 anni, avevano una distonia significativamente più grave rispetto alle sette pazienti più giovani nelle misurazioni effettuate sia utilizzando la scala Unified Dystonia Rating Scale che la scala Fahn-Marsden Dystonia Rating.
Per valutare la deposizione di ferro nelle aree cerebrali, sono stati utilizzati due metodi di analisi delle immagini SWI: visual grading e contrast ratio. Per quanto riguarda il visual granding, sia il gruppo di controllo che le pazienti affette da Sindrome di Rett, non hanno mostrato un accumulo di ferro nel CN, nel putamen e nel talamo, tuttavia, le pazienti Rett, rispetto al gruppo di controllo, presentavano più aree di accumulo di ferro moderato (33% vs 11%) e grave (0,6% vs 0%) nel GP. Inoltre, l’accumulo di ferro nella SN era significativamente più elevato nelle pazienti Rett rispetto ai controlli (p = 0,014). Inoltre, usando il contrast ratio, è stato riscontrato che l’accumulo di ferro era più alto nel putamen (p <0,001) e nel CN (p < 0,001) delle pazienti con Sindrome di Rett rispetto al gruppo di controllo.
Per ciò che concerne l’età, questa era correlata da moderata ad alta con l’accumulo di ferro sia nelle pazienti con Sindrome di Rett che nei controlli, sebbene non in tutte e cinque le aree cerebrali. L’accumulo di ferro nella SN, nel GP e nel putamen era associato alla gravità della distonia.
Questi risultati hanno rivelato una nuova prospettiva su come l’insolito accumulo di ferro acceleri il deterioramento del sistema nervoso e l’invecchiamento nelle aree cerebrali nei pazienti con Sindrome di Rett.