descrizione
Molti Paesi, fra cui l’Italia, hanno imposto la chiusura delle scuole, delle università e di tutti i centri che ospitavano le bambine con Sindrome di Rett. Questo ha creato una situazione in cui i genitori sono gli unici a dover fra fronte a tutti i bisogni delle proprie bambine; bisogno di tipo affettivo, accuditivo, educativo, emotivo e relazionale.
obiettivi
Se la montagna non va da Maometto…
In questo momento, in cui siamo tutti costretti tra le mura domestiche, in questo tempo sospeso dove le routine solite saltano, in cui i servizi offerti da scuola e centri specializzati per la riabilitazione ci sono preclusi, i genitori si trovano a dover rispondere in prima persona. Il progetto ha quindi l’obiettivo di dare uno spazio in piccolo gruppo, di ascolto, supporto e condivisione ai genitori che lo desiderano.
Da sempre le funzioni del gruppo permettono l’universalità (la persona trae beneficio dal rendersi conto che tutti i suoi pensieri ed emozioni possono essere condivisi); l’acquisizione di nuove informazioni (la pluralità che caratterizza il gruppo è fonte, inevitabilmente, di notizie e chiarimenti sui problemi condivisi); instillazione di speranza (il farsi coraggio vicendevolmente mobilita l’ottimismo tra i partecipanti e la sensazione di potercela fare); l’altruismo (i partecipanti al gruppo sperimentano l’importante vissuto di essere non solo bisognosi ma anche competenti e in grado di soddisfare richieste altrui, attraverso le loro indicazioni o suggerimenti); sviluppo di tecniche di socializzazione (il gruppo svolge una fondamentale funzione di specchio.
I partecipanti attraverso feedback e risposte aiutano e sono aiutati nell’acquisizione di una più accurata auto percezione); ultimo, ma non meno importante, il gruppo permette il confronto e la condivisione di stati emotivi che, vissuti in solitudine, possono apparire insormontabili e schiaccianti.