Congresso Livorno 2004
Quest’anno in piscina con Giorgia è stato un anno particolarmente proficuo: di consolidamento delle precedenti esperienze, di sperimentazioni, di nuove collaborazioni e soprattutto di grande serenità.
Giorgia, che io seguivo già da un anno in piscina, nella stagione autunnale aveva incominciato un’esperienza simile con un nuovo terapista che ha apportato novità nel lavoro in acqua, novità delle quali io mi rendevo conto e che cercavo di integrare con il lavoro che io e Giorgia stavamo portando avanti da tempo; l’uso della cintura legata sul davanti e poi modificata da Laura, mamma efficientissima e sempre attenta ad ogni esigenza, (che il terapista aveva proposto in sostituzione del tubo galleggiante), ad esempio, è stato un utilissimo strumento nelle nostre sedute in acqua; prima di tutto perché Giorgia poteva sentirsi libera nei movimenti sia degli arti inferiori che di quelli superiori, e poi perché poteva immergere il volto nell’acqua e, autonomamente, sollevarlo grazie al nuovo assetto che il corpo assumeva proprio grazie alla cintura posta all’altezza dell’addome. Dalla scorsa stagione infatti Giorgia non beveva più se immergeva la bocca in acqua, quindi per quanto riguarda il lavoro di consolidamento delle esperienze acquisite, ciò è stato di notevole aiuto.
Per quanto riguarda invece le novità, le sperimentazioni e i progressi, quest’anno con Giorgia, divenuta ormai autonoma dal punto di vista del movimento degli arti inferiori, abbiamo cominciato a lavorare sugli arti superiori, cercando di rendere più fluidi e controllati i movimenti delle braccia. A questo scopo mi sono state utili, oltre alle classiche “manovre da libro” con le quali io stessa guidavo il movimento delle braccia di Giorgia, alcune canzoncine mimate che vengono spesso proposte ai bambini per aiutarli a meccanizzare movimenti del tipo: apri/chiudi, piega/stendi, alza/abbassa, e che Giorgia mostrava di gradire particolarmente, probabilmente perché accompagnati dalla musica e proposti sotto forma di gioco. Al termine di ogni vasca, intanto continuava il nostro rituale “giro giro tondo” che per Giorgia segna ormai il cambio di direzione (che da quest’anno esegue da sola, seguendo la voce di chi la guida). Da sola Giorgia non riesce ad effettuare una circonferenza completa delle braccia, accenna però dei movimenti abbastanza controllati delle braccia e solo molto raramente porta le mani alla bocca.
La cintura inoltre ci ha consentito di lavorare anche sul dorso, a brevi tratti, perché Giorgia sembra non prediligere questa posizione, nella quale, peraltro, muove molto fluidamente le gambe a dorso. In fase del tutto sperimentale abbiamo poi cominciato ad eseguire piccoli tuffi con Giorgia seduta sul bordo e con l’ausilio di Stefano, un mio collega: appena riaffiora dall’acqua capiamo che i tuffi le piacciono davvero molto sebbene la lascino per un attimo sconcertata, visti i sorrisi che poi si affretta ad elargire a tutti noi!
Direi che come bilancio stagionale è stato più che positivo: ciò che più mi ha appagata è l’aver rilevato il benessere che Giorgia riceve dallo stare in acqua, a prescindere dai progressi raggiunti. Anche il semplice lasciarsi coccolare dall’acqua, senza peso e senza deficit che al contrario ci penalizzano sulla terra, può essere una sensazione meravigliosa ed estremamente rilassante.
L’intesa che io e Giorgia abbiamo raggiunto e il clima di serenità che ne deriva, ha reso il nostro appuntamento settimanale qualcosa di unico e speciale; spero sia così anche per Giorgia, la mia allieva preferita.
Un ringraziamento speciale: a Laura, mamma tuttofare; Daniela, fedele terapista; Stefano, istruttore; al fisioterapista a cui va tutta la mia stima, e naturalmente a Giorgia.