Pubblichiamo un racconto, scritto dalla mamma di una bimba Rett, che ha vinto il primo premio in un concorso indetto dall’associazione Auser. Il racconto è stato premiato con la seguente motivazione: “Uno scritto forte, che affronta un argomento greve: la menomazione è al centro di questo componimento. Il lettore viene scaraventato in un mondo ovattato, indefinito, dolce e terribile allo stesso tempo, il cui fulcro è “la mia mami”, che con forza straordinaria ed amore benevolo rende quel mondo un luogo felice. Lo stile della scrittura, è indefinito e molto evocativo”.
Alla mamma, che ha chiesto di restare anonima, vanno i nostri complimenti, e un incoraggiamento a provarci ancora.
“Io non so parlare”
Caro Diario ho deciso di scrivere come trascorre la mia vita, posso farlo solo attraverso una persona, che mi sta sempre vicino, che mi fa le coccole che mi accudisce, insomma che fa tutto ciò che non posso fare IO.
Colei che sa tutto di me o quasi, in quanto IO non so scrivere, IO non so parlare.
Questa figura la chiamerò per comodità “la mia mami”.
Attraverso ciò che ti scriverà capirai.
Al risveglio girovago un po’ poi quando “la mia mami” si decide ad alzarsi mi accompagna giù in un luogo dove si mangia.
Dove vi sono anche i miei giochi.
Appena arrivo maldestramente tocco i tasti dei giochi e così si mettono a suonare, poi mi avvicino alla mia sedia “la mia mami” mi fa dei pezzetti di cioccolato con il riso soffiato e uno alla volta me li mette in bocca.
Finito andiamo dove “la mia mami” mi lava.
Poi ritorniamo nel luogo dove ci sono i giocattoli, mi infila qualche cosa poi mi infila subito qualche cosa d’altro. Uffa!!!
Oggi arriva qualcosa che mi accompagna dove con altri devo andare in un altro luogo con persone che ormai conosco da molto tempo.
Faranno ciò che fa “la mia mami”. La differenza è che lì sono tanti coloro che si occupano di me invece dove sto con “la mia mami” siamo da sole.
Gioco, mangio, poi arriva di nuovo qualcosa e faccio ritorno nel luogo dove c’è “la mia mami”.
Lei mi accoglie con un sorriso, mi fa entrare, vado diretta nel luogo dove vi sono i miei giochi, dove si mangia, “la mia mami” mi dà del cibo poi vado dove c’è qualcosa di morbido e un oggetto che emette dei suoni, guardo distrattamente.
Dopo un po’ “la mia mami” va dove si mangia e fa delle strane cose.
Finito, si mangia, guardo distrattamente l’oggetto che emette dei suoni.
Poi “la mia mami” mi toglie qualcosa e mi infila qualcos’altro.
Vado di nuovo dove c’è qualcosa di morbido per sedermi, guardo ancora distrattamente, “la mia mami” mi tocca i piedi per un po’ poi mi alzo vado vicino a dove si va a dormire.
“La mia mami” mi accompagna, mi infila in un coso morbido dove ci sono delle cose che mi piacciono e mi addormento.
Tutto questo per un po’ di tempo poi una mattina, faccio tutto cìò che faccio tutti i giorni ma “la mia mami” non mi infila subito qualcosa dopo aver mangiato ma con calma anche lei si mette qualche cosa.
Dopo un po’ di tempo mi fa salire su qualche cosa e andiamo da qualche parte.
Di solito ci dirigiamo in un posto dove ci sono degli oggetti che io spingo con entusiasmo e dove “la mia mami” infila delle cose in questo oggetto.
Poi ritorniamo nel luogo dove si mangia, si dorme, si gioca.
è l’ora di mettere qualche cosa sotto i denti, ”la mia mami” fa delle cose.
Si mangia.
Poi vado ancora dove c’è qualcosa di morbido e un oggetto che emette dei suoni e guardo distrattamente.
Alcune volte invece “la mia mami” mi accompagna giù.
Dove c’è qualche cosa che suona la mia musica e qualcos’altro che se mi avvicino troppo mi brucia.
Per un pochino rimango poi mi allontano e vado dove anche lì c’è qualche cosa di morbido, mi siedo.
Ascolto la mia musica.
Felice. Soddisfatta emetto dei suoni e sorrido.
Questa è la mia vita.
Niente male vero? Anche se non so parlare come tutti.
Anche se non so scrivere come tutti, o quasi.
La cosa più importante è che sono sempre felice, sempre serena.
Ti pare poco? Non direi.
Quanti di quelli che parlano sono felici? Quanti di quelli che scrivono sono felici? A te le risposte.