Il laboratorio di Neurologia Sperimentale guidato dalla dott.ssa Annamaria Vezzani dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e l'unità di Dinamica della Cromatina guidato dal prof. Marco Bianchi dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano hanno identificato un nuovo meccanismo proinfiammatorio che contribuisce in modo determinante alla comparsa e ricorrenza delle crisi epilettiche.
I due centri, operando su due filoni di ricerca paralleli, hanno ipotizzato che il processo infiammatorio possa essere una possibile causa dell'epilessia e che le molecole rilasciate da tessuti danneggiati, e in particolare una proteina chiamata HMGB1, sono responsabili dell’infiammazione associata a traumi o stress biologici. Hanno così lavorato intorno ad un nuovo studio, pubblicato sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine, in cui viene dimostrato che i neuroni e le cellule della glia, sottoposti a uno stimolo che causa l’epilessia, rilasciano HMGB1, che a sua volta stimola i recettori Toll-like. Questi recettori di norma rilevano la presenza di batteri o virus: la ricerca dimostra un loro importante ruolo nella regolazione dell’eccitabilità delle cellule nervose in risposta all’infiammazione.
I trattamenti con farmaci che bloccano gli effetti della molecola HMGB1, oppure dei recettori Tolllike, hanno potenti effetti anticonvulsivanti, anche su animali con crisi resistenti ai farmaci correntemente utilizzati. Il coinvolgimento di HMGB1 e dei recettori Toll-like è stato evidenziato anche nel tessuto cerebrale ottenuto da pazienti sottoposti a chirurgia perché affetti da crisi epilettiche insensibili ai farmaci.
Hanno partecipato a questo studio anche il Prof. Carlo Rossetti, dell’Università Insubria di Varese e attualmente operante all’Istituto Mario Negri, che si occupa delle molecole che bloccano i recettori Toll-like e la Dott.ssa Eleonora Aronica, dell’Academisch Medisch Centrum di Amsterdam, che ha effettuato gli studi istologici sui tessuti di pazienti epilettici. Annamaria Vezzani è nota per aver ricevuto nel dicembre scorso il prestigioso premio internazionale dell’American Epilepsy Society, conferito per la prima volta a una ricercatrice italiana.
Secondo i ricercatori la scoperta, oltre a mostrare un nuovo meccanismo alla base delle crisi epilettiche, apre la strada al futuro sviluppo di nuove terapie anticonvulsivanti, utilizzando particolari farmaci anti-infiammatorie sperano che sia possibile usarli anche in altre patologie neurologiche associate a processi infiammatori. HMGB1 è coinvolta nelle patologie in cui vi è uno stress biologico, e quindi in quasi tutte le malattie. Tuttavia, questa è la prima volta in cui farmaci contro HMGB1 hanno dato un risultato così chiaro”. Il lavoro di ricerca è stato coordinato dall’equipe di Annamaria Vezzani presso L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.